“L’amore non muore”: raccolta fondi a favore di aBRCAdabra
Un diario per raccontare emozioni, eventi quotidiani e sfoghi di una vita che scorre serena. Un diario capace di diventare poi custode di giorni improvvisamente diversi, di un dolore sconosciuto e di una solitudine difficile da comprendere. Quello stesso diario che poi prende vita e diventa un testamento d’amore, un progetto a 4 mani per ricordare una vita insieme e provare ad elaborare la perdita dell’uomo che, per 42 anni, ha riempito ogni istante. Un uomo colpito dalla malattia che quando vede una speranza, se pur da metastatico, nell’Olaparib – farmaco che dà ottime risposte su alcuni tumori- con lo stop di AIFA precipita nella paura e nello sconforto.
La storia di Oronzo è la storia di un uomo pieno di risorse ed energie, un imprenditore dedito al lavoro ma anche alla famiglia. Dopo essere rimasto, poco più che ventenne, orfano di padre, essendo lui il maggiore di quatto figli, aveva ricoperto il ruolo di capofamiglia, una famiglia di cui si è sempre sentito responsabile. La sua famiglia d’origine, oltre che dalla disgrazia di un suicidio, è stata decimata dalla malattia. Ecco quel campanello d’allarme che nelle famiglie con la mutazione oncogenetica BRCA, specialmente se portatori sono gli uomini, rischia di non esser intercettato in tempo. Dopo il padre, prima perde la sorella, morta a 34 anni per un tumore, poi anche la madre, il fratello, suicida, ed infine l’ultimo fratello, il minore, anche lui ammalatosi a 34 anni, che muore di tumore, 4 anni dopo.
“Ci sono tanti modi per trasformare il proprio dolore, quello di Daniela è stato speciale e unico. Scrivere un bellissimo libro dove parla di suo marito Oronzo, e oggi tutti noi lo sentiamo anche un po’ nostro”, conclude Maria Grilli.
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