INPS riconosce il rischio BRCA: un successo di aBRCAdaBRA e FAVO
Anche alle donne sane portatrici delle mutazioni BRCA1 e BRCA2, che sceglieranno la chirurgia preventiva da sane, sarà riconosciuta una corretta percentuale di invalidità. E’ questo il principale risultato di un’azione congiunta che ha unito allo stesso tavolo l’ INPS, la nostra associazione e la FAVO, la Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, al fine di riconoscere una tutela alle persone sane che devono convivere con di un elevato rischio di ammalarsi di tumore lungo il corso della vita o a quelle che, già malate oncologiche, affrontano rischi aggiuntivi di salute a causa della mutazione genetica BRCA .
Il 13 febbraio 2019 INPS ha emanato una comunicazione tecnico-scientifica indirizzata a tutte le commissioni medico-legali, firmata dal Coordinatore Generale Medico Legale dell’INPS, Prof. Massimo Piccioni e dal V. Coordinatore Dott. Onofrio De Lucia, in cui si sottolineano tutti gli aspetti del disagio funzionale e psicologico dei pazienti e dei portatori sani di mutazione BRCA e dei conseguenti effetti invalidanti finora disconosciuti.
Alle donne sane che scelgono la chirurgia di riduzione del rischio, unica vera prevenzione possibile, per il tumore alla mammella, all’ovaio e all’utero verrà riconosciuta, se lo richiedono, una determinata percentuale di invalidità civile per la menomazione permanente di tali organi e per lo stress psichico subito secondo lo status di “handicap non grave” (legge 104, articolo 3 comma 1), Tale novità, assoluta sulle donne sane, comporterà un innalzamento della percentuale d’invalidità anche per le donne malate e BRCA positive, che decideranno di affrontare la chirurgia preventiva per gli altri organi non affetti da neoplasia.
«La comunicazione INPS – afferma l’Avv. Elisabetta Iannelli, segretario generale FAVO – segna un importante innovazione nel sistema di welfare che, tiene il passo con le più recenti innovazioni in campo medico e, specialmente, genetico”
“La stesura e la divulgazione di questo importante documento a tutte le commissioni medico legali del nostro paese – afferma Ornella Campanella – testimonia quanto sia importante che le associazioni condividano progetti rilevanti d’interesse comune attraverso un approccio inclusivo e collaborativo con le istituzioni, progetti che siano frutto di un’attenta revisione della più recente letteratura scientifica e che rappresentino un bisogno di salute molto sentito”.
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