Lo screening del tumore ovarico non esiste, nelle BRCA si previene con la chirurgia, ma in Italia strada ancora lunga per conservare ovociti.
“Oggi sappiamo che il 20-30% dei tumori ovarici è su base genetica e che in quelle famiglie possiamo mettere in atto misure preventive che possono salvare vite. Lo screening nel tumore ovarico non esiste e chi ha un rischio 40 volte più alto deve saperlo ed essere informata in modo che possa scegliere se e quando sottoporsi a interventi di prevenzione chirurgica rispetto ad un tumore che è letale nell’80% dei casi, anche se le terapie fanno segnare progressi importanti. L’obiettivo resta non ammalarsi”. Chiara Cassani, dirigente medico al San Matteo di Pavia e nel comitato tecnico scientifico dell’associazione aBRCAdabra.
In questa giornata l’associazione aBRCAdabra vuole far sentire l’appello delle pazienti, che supporta con iniziative di informazione scientifica, ma anche sociali.
“Promuovere conoscenza e consapevolezza tra i cittadini e in modo particolare tra le donne è una delle strategie più efficaci per parlare di cancro e prevenzione” Ornella Campanella, presidente di aBRCAdabra Onlus.